Il 22 maggio del 1873 muore a ottantotto anni Alessandro Manzoni. Che poi, oggi, useremmo qualche eufemismo, del tipo "ci lascia", "si è spento", e sarebbero proprio questi ad essere i meno adatti per la morte di chiunque, ma soprattutto di un grande. Giacché i grandi né si spengono, né tanto meno ci lasciano. Lo so che detta così sembra quasi una minaccia, ma aveva ragione Orazio, quando di sé e della sua opera scrisse "Exegi monumentum aere perennius [...] non omnis moriar" (ho costruito un monumento più duraturo del bronzo: non morirò mai del tutto). La carta può esserlo, se riempita di parole dense e necessarie come quelle che Manzoni seppe donarci.
Lo ricordo oggi con questo disegno che AFRAN www.afran.it ha realizzato per un mio romanzo di qualche anno fa https://tekacomunica.it/libri/il-giorno-in-cui-alessandro-se-ne-ando-da-piazza/ in cui immaginavo proprio che il monumento di Manzoni a Lecco prendesse vita, la statua si alzasse e se ne andasse, per onorare una vita e per un nuovo progetto. Mi piace tanto immaginarmelo ancora in giro, il mio amico "Ale", morto ma mai "spento".
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