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"Avere qualcosa di importante da dire e che sia utile a tutti o a molti. 

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don lorenzo milani

CHI HA INGANNATO IL CIELO AD USTICA?

“Chi ha ingannato il cielo ad Ustica?”. Canta così Claudio Baglioni nella sua Naso di falco del 1990. Con cadenza quinquennale ad ogni ricorrenza ci si chiede la stessa cosa. E questo 27 giugno sono quaranta.

Renzo Martinelli e Stefano Motta

Cinque anni fa [...] ospitavo alla mia scuola il regista Renzo Martinelli, che presentava in anteprima assoluta il suo film Ustica. In un auditorium gremito di studenti, docenti e famiglie provenienti non solo da Merate veniva svelata la locandina e proiettato per la prima volta il trailer del film che dal giorno seguente avrebbe fatto il giro dei media, per un film, come molti di Renzo, condannato a dividere, far riflettere, far parlare di sé.

Scartata l’ipotesi di una bomba nella stiva, di un cedimento strutturale del DC-9 Itavia, di un missile libico, Martinelli guidava il pubblico nell’appassionata indagine che l’aveva portato, sulla scorta delle carte dell’inchiesta del giudice Rosario Priore, a formulare la quarta ipotesi, la quarta verità. Non ci interessa qui svelarla (il mio amico Renzo non mi fulminerà se dico che il film soffre di qualche ingenuità nel doppiaggio, nel montaggio e negli effetti speciali ma merita assolutamente di essere visto, e non lo rovineremo spoilerandolo), né discuterla.

Mi piace ricordare il clima teso di quella sera, in cui le parole del regista, financo i gesti delle mani con cui mimava le manovre di volo del caccia libico e degli F-16 americani al suo inseguimento, hanno condotto un’inchiesta dal vivo, dipanando le nebbie di quell’inganno cantato da Baglioni.

[...]

Rivedo quella serata e mi dico che era la strada giusta. E dopo cinque anni in cui sono cambiate un sacco di cose, e non sempre in meglio, il segreto su Ustica e sui fatti di quegli anni (nel ’78 il sequestro Moro, nel giugno ’80 Ustica, ad agosto dello stesso anno la strage alla stazione di Bologna) rimane solido e stolido.


In attesa del quarantacinquesimo anniversario. E poi del cinquantesimo, intanto che la cronaca diviene storia, poi memoria, poi revisionismo, poi noia, poi più nulla.

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