PRONTI? BOH.
«PRONTI?»
«SCEGLI.»
«FACCIAMOLO DALLA PARTE GIUSTA.»
«SUL SERIO? »
«CREDO…»
La surreale campagna elettorale per le elezioni politiche di domenica 25 settembre 2022 si è combattuta a suon di slogan talmente vuoti di significato da risultare incomprensibili o addirittura intercambiabili.
Il modo in cui chi si candida a rappresentare gli italiani parla agli italiani per chiederne la fiducia e quindi il voto dovrebbe essere indice della sua caratura culturale, oso dire morale, della sua preparazione e del rispetto per l’interlocutore, il destinatario del messaggio.
In questi mesi io ho assistito a un linguaggio tronfio, autoreferenziale, che cercando di essere assertivo è risultato perlopiù borioso.

Il risultato è che nessuno sa se questi politici, che hanno fatto cadere il governo in carica senza essere sul serio pronti a questa campagna elettorale, siano davvero pronti ad assumersi le grandi responsabilità che il governo di una nazione compete.
E soprattutto se gli elettori, noi cittadini, siamo davvero pronti a scegliere, con serietà, se abbiamo davvero potuto capire quale sia la parte giusta, e cosa voglia davvero fare chi sta da quella parte, o dall’altra.
Andrò a votare domenica? Sì.
Sono pronto? Boh.
La situazione è grave, non c’è dubbio, ma non è affatto seria.
Voterò per la parte giusta? Credo…